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San Grato

Favria
Romanico, barocco
Pèriode 
XI secolo

Cenni storico-artistici

La chiesa di San Pietro in Vincoli, l'attuale Chiesa di San Grato del Cimitero di Favria, sorge a poca distanza dal centro storico del comune canavesano e dalla strada che conduce a Oglianico.
Si presume che essa vada identificata con la chiesa di San Pietro "de Peza", appartenente alla diocesi di Ivrea e visitata nell'agosto del 1329 da Monsignor Palaino Avogadro di Casanova. Antonino Bertolotti, nelle sue note “Passeggiate in Canavese”, la chiama “S. Pietro Vecchio”, dizione ancora oggi in uso da parte degli anziani.

Nel luogo in cui oggi possiamo ammirare la chiesa di San Grato, tra il X e l’XI secolo sorse una cappella campestre, ad unica navata; di essa rimangono la parte inferiore del campanile e l’abside romanici che oggi sono nascosti alla vista esterna dai locali della sacrestia e della camera mortuaria del cimitero. Un successivo ampliamento portò l’edificio ad assumere una struttura a tre navate e le consentì di fungere da chiesa parrocchiale. La struttura della chiesa, così come appare oggi, è comunque il risultato di più fasi costruttive, appartenenti a epoche diverse, comprese comunque tra i secoli X e XX. Nel 1989 per iniziativa di alcuni Cittadini nacque il “Comitato per la salvaguardia della Chiesa di San Grato“ che, preso atto del grave stato di degrado del fabbricato, decide di farsi parte attiva per l’effettuazione dei lavori di restauro e valorizzazione della struttura architettonica e degli affreschi contenuti.

L’assetto architettonico della facciata deriva dai lavori eseguiti nel XVIII secolo, quando venne costruito, in mattoni a vista, il pronao a tre fornici sormontato da un elegante frontone, al centro del quale è posto un ovale che ospitava un dipinto ora non più visibile.
L’interno della chiesa è articolato in tre navate, con volte a botte e a crociera.
Ogni navata è dotata di altari posteriori al XVIII secolo. In corrispondenza di quella centrale, dedicata a San Pietro, vi è una profonda abside semicircolare, interamente affrescata. Lungo il perimetro absidale è visibile una teoria di Apostoli, opera del Maestro Domenico della Marca d’Ancona. Le figure sono abbigliate con vesti semplici e hanno tratti delicati; alcuni sono incompleti a causa di distacchi di intonaco od opere di demolizione, ma nel complesso, la maggior parte è in buono stato di conservazione e visibilità. Nel gruppo, oltre ai nomi dei personaggi, compare uno stemma nobiliare che consente di attribuire la committenza dell’opera alla famiglia nobile dei Cortina e la datazione al 13 ottobre 1432. Sotto la teoria è visibile una precedente affrescatura risalente quasi certamente all’XI secolo recante i medesimi soggetti, un velario al livello inferiore ed una cornice a greche. La calotta dell’abside è affrescata da una mano diversa. In posizione centrale è presente un Cristo Pantocratore circondato da una corona di piume e dai simboli del Tetramorfo che reggono alcuni cartigli con iscrizioni. Anche in questo caso al livello sottostante risulta presente un precedente affresco del quale si intravedono un viso barbuto ed una porzione di ala.
Sulla navata laterale sinistra, intitolata a San Grato Vescovo d’Aosta, è attestato il campanile romanico con i resti di una meridiana.
La navata destra invece si compone di due unità spaziali appartenenti a fasi costruttive diverse, di cui quella ad est è la Cappella della Madonna delle Grazie, riccamente affrescata e coperta da volta a crociera finemente decorata.
Essa è dotata di un piccolo altare in marmo bianco di Carrara, con soprastante dipinto murale di pregevole fattura (protetto da un vetro), raffigurante l’Adorazione della Madonna con tre santi, non identificati, in vesti vescovili. L’opera è molto simile nel soggetto e nella tecnica a quella presente nella Chiesa di San Francesco in Rivarolo, attribuita al Maestro Martino Spanzotti.
Il fianco destro dell’altare è ornato di due affreschi: le figure, strettamente fedeli all’iconografia, di San Pietro e dell’Arcangelo San Michele che sconfigge il demonio e di San Rocco, stranamente non accompagnato dal cane, insieme, probabilmente, a San Biagio.
A sinistra dell’altare, invece, è presente un affresco raffigurante Sant’Anna seduta in trono mentre tiene in braccio la Madonna con il suo Bambino. A fianco di quest’ultima sono anche visibili un San Giovanni Battista di eccellente fattura ed una Pietà, sul muro divisorio tra le navate. Sull’archivolto che separa la cappella dalla restante parte della navata laterale destra vi è un dipinto raffigurante l’Annunciazione del XVII secolo, che prosegue nel sottotetto. Non è tuttavia agevole illustrare rapidamente gli altri innumerevoli tesori del luogo, tra i quali il cammeo con il provino dell’Artista per il viso di Sant’Anna, il diavoletto in catene del XIII secolo e il Gallo Rosso, posti sulla facciata esterna sud della Chiesetta.

Bibliografia
- A. Martinetto, Sancti Petri de Peza. Mille anni di arte e storia tra mura consacrate, Edizioni San Grato, 2016

Frèches 
XI - XIV - XV - XVI secolo
Altre opere d'arte 
Tela San Grato, campana S. Michele
Note particolari 

Escursioni ciclistiche in campagna su tracciato di strada romana.

Il monumento in dettaglio 
Indirizzo 
Piazza Donatori di Sangue n.1, in adiacenza al cimitero
Gestione 
Associazione “Comitato San Grato”