Navigation

User login

CAPTCHA
This question is for testing whether or not you are a human visitor and to prevent automated spam submissions.
5 + 5 =
Solve this simple math problem and enter the result. E.g. for 1+3, enter 4.

San Vito

Nole
Barocco
Pèriode 
XVI-XVII secolo

Cenni storico-artistici

Il santuario di San Vito martire si trova nella parte più a sud del paese di Nole; situato in aperta campagna, è all’incrocio delle strade percorse un tempo dai carri (carton in dialetto nolese) che andavano dal centro di Nole al torrente Stura e di là dal torrente stesso, fino alle Grange di Nole. La strada quindi (chiamata strada delle Gorre, che incrocia, davanti al santuario, le strade San Vito e delle Rivette) permetteva attraverso il guado del torrente (anticamente effettuato con l’imbarcazione mobile e successivamente con la «pianca») di collegare i paesi oltre la Stura e contemporaneamente favoriva i lavoratori che utilizzavano pietre e sabbia ricavati dal letto del fiume come materiali di costruzione per l’edilizia del paese.

Proprio l’afflusso continuo su queste strade di pellegrini, lavoratori e viandanti, ha permesso lo sviluppo di una devozione radicata al martire Vito e la costruzione di un luogo di culto da sempre caro ai nolesi. La storia del santuario, infatti, affonda le radici all’inizio della storia di Nole: si ipotizza l’esistenza di un luogo di preghiera e culto dedicato al giovane santo già nel basso Medioevo, in concomitanza con lo sviluppo del ricetto nolese attorno alla chiesa parrocchiale. Testimone di questa devozione rimase un’edicola votiva che a partire dalla fine del XVI secolo venne ampliata e inglobata, in più fasi costruttive, nell’attuale edificio sacro, per volere della comunità. I passanti, legati all’immagine del santo, si fermavano davanti alla sua effigie e con la loro preghiera chiedevano una grazia per le loro necessità. Ricevuta la grazia dal Signore per intercessione di san Vito (e spesso anche della Vergine Maria) tornavano a ringraziare, offrendo un quadretto dipinto o un altro oggetto ex voto, che significasse la loro gratitudine. Tra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII avvenne quindi la «ricostruzione» e l’ampliamento della piccola cappella, ad opera di tutta la comunità. Dalla metà del XVII secolo inizia anche la decorazione pittorica delle pareti e della volta: a partire da quella del presbiterio, per continuare con la crociera centrale e le pareti delle cappelle laterali (costruite nella prima metà del Settecento, insieme al retablo ligneo che orna l’altare maggiore). Gli altari saranno dedicati alla Madonna d’Oropa e a san Vincenzo Ferrer; quest’ultimo sarà poi intitolato successivamente a san Giuseppe e ora è utilizzato come altare devozionale di san Vito. Nel frattempo il pittore Lorenzo Lega ridipinge il pilone centrale (datato 1648) nella forma che conserviamo ancora oggi, riproducendo molto probabilmente il soggetto raffigurato: il giovane martire san Vito al centro, con accanto i due santi Pietro e Giacomo Apostoli, in alto Gesù Cristo e la vergine Maria che incoronano il santo porgendogli la croce e la palma del martirio. A questo stesso periodo risalgono i due affreschi che si possono vedere ai lati dell'altare, raffiguranti sant'Antonio Abate in abiti monastici e san Giovanni Evangelista. Nel secolo XIX il santuario assume l'aspetto odierno con l'aggiunta della galleria degli ex voto a nord (prima i quadri erano conservati direttamente in presbiterio, appesi sulla parete di fondo affrescata) e dell'attuale sacristia nella zona retrostante l'affresco originario.

A lato del santuario sorge una costruzione abitativa, destinata alla residenza del custode o romito (in nolese «armit»), che fin dagli inizi della costruzione del santuario, svolge il suo compito di custodia, pulizia e salvaguardia della chiesa e dello spazio antistante. Fin dal Seicento esistevano le più antiche stanze adiacenti al santuario; nel 1794 si ritira in eremitaggio presso il santuario il conte Amedeo Cavalleri di Rivarossa, il quale, in seguito ad un voto, provvede ad apportare notevoli migliorie e ampliamenti della casa del custode, realizzando il giardino di pertinenza e il muro di cinta con l’edicola votiva che raffigura il ferimento del conte stesso e il voto fatto a san Vito.

Da oltre 150 anni, oltre al romito, si è formata l’Abbadia di San Vito, un gruppo di persone che si prendono cura del santuario e che ne curano i festeggiamenti nella prima metà del mese di giugno e nelle altre occasioni di apertura della chiesa.

Dal 1999 il santuario partecipa anche al Coordinamento nazionale dei Paesi di San Vito, che attraverso l’Associazione San Vito Italia, raduna e coordina i paesi che in Italia venerano san Vito come patrono: l'Abbadia di Nole è anche sede della segreteria del Coordinamento.

Bibliografia
- A. Bello, Il santuario di San Vito martire in Nole. Tra fede e tradizione, Garbolino Editore, Ciriè, 2004
- Abbadia di San Vito Martire, Per Grazia Ricevuta. La devozione e gli ex voto a San Vito nel Santuario di Nole, Effatà editrice, Cantalupa, 2013
- P. Messana, San Vito. Indagine su un martire di Cristo dei primi secoli, Edizioni Meeting Point, Erice, 2008
- Padre Samuele da Nicosia, Vita del glorioso San Vito martire, 1995
- C. Calza - A. Bonci, Nelle terre di Margherita di Savoia, Garbolino editore, Ciriè, 2002

Frèches 
XVII-XVIII secolo
Altre opere d'arte 
Tele di San Modesto e Santa Crescenzia del XVIII secolo Reliquiario di Santa Crescenzia (XVIII sec.) Tela del Beato Matteo Carreri Tela della Beata Vergine d’Oropa
Note particolari 

La costruzione originaria venne realizzata inglobando il pilone votivo preesistente con l’icona del Santo.
Nel santuario è presente la galleria degli ex voto, che conserva oltre cinquecento quadri ed oggetti portati dai devoti del santo nei secoli.

Il monumento in dettaglio 
facciata
Indirizzo 
Strada san Vito
Gestione 
Abbadia di San Vito martire - Nole