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Antica pieve di Santa Maria di Doblazio

Pont Canavese
Romanico
Pèriode 
XI-XII secolo

Cenni storico-artistici
La chiesa di Santa Maria di Doblazio sorge nella borgata omonima sul promontorio Monte Oliveto nel sito di un insediamento neolitico proseguito nell’età del Bronzo e del Ferro, poi vicus romano. Probabilmente venne in origine costruito un “sacello”, cioè una piccola costruzione cultuale della quale non è rimasta traccia. La chiesa, secondo storici locali, già alla fine del X secolo era in pessime condizioni così, intorno all’XI-XII secolo, fu riedificata. Nel XVII secolo venne nuovamente ricostruita; dell’edificio antico esistono tracce sotto la chiesa e la sacrestia, in particolare i numerosi cunicoli utilizzati come luoghi di sepoltura.
Edificio fortificato, come dimostrano le mura parzialmente modificate nel secolo XVII, fu la pieve matrice di tutte le chiese delle Valli Orco e Soana. La distanza dal centro di Pont e dai castelli si può spiegare con il fatto che nel Medioevo, per ragioni strategiche, le fortificazioni sorsero sul territorio circondato dagli alvei dei fiumi e così i centri religioso e politico si separarono, anche se la pieve continuò il suo ruolo sino al XIX secolo; infatti fu parrocchia di Pont fino al 1879.
La pieve di Santa Maria viene citata come “Plebs Doblacii”, nel libro delle decime del 1368 e anche come “Santa Maria de Oplacio, Plebis de Ponto”, nella visita pastorale del 1329. Secondo un’iscrizione posta sulla parete del presbiterio, re Arduino dispose interventi di ristrutturazione intorno all’anno Mille; non vi sono documenti che lo confermino, mentre è certo che la chiesa ricevette dallo stesso una donazione di terreni (100 giornate).
Un elemento che rende particolare la costruzione è la presenza di due altari maggiori (già segnalati nella visita apostolica del 1585 e descritti con maggior dovizia di particolari da mons. Asinari nel 1647), possibile indizio del ricordo di una chiesa ad aula unica con due absidi appaiate. Tale tipologia era in uso sin dall’VIII secolo.
Il campanile della chiesa, di forma circolare, benché alterato dalla costruzione successiva dall’alta cuspide che lo sovrasta, è il più antico elemento del sito. Probabilmente era una torre adattata in un secondo momento a campanile per la pieve.
La chiesa di Santa Maria ha per pianta un parallelogramma; all’interno presenta, come detto, due altari maggiori contigui, addossati ad una parete inclinata rispetto ai due lati longitudinali. Il presbiterio è separato dal corpo centrale da una splendida cancellata in ferro battuto che, con la colonna in pietra che sostiene l'arco di volta, furono offerte dalla popolazione di Pont e Frassinetto (che apparteneva ancora a questa parrocchia) nel 1661. Dei due altari maggiori quello di destra è dedicato alla Beata Vergine delle Grazie, vi è un affresco che si ritiene risalga alla fine del 1400 in cui è raffigurata la Vergine a braccia aperte con il manto sorretto da angeli a proteggere il popolo inginocchiato ai suoi piedi; quello di sinistra all'Assunta. Che la chiesa sia dedicata alla Madonna è ulteriormente confermato dalla presenza di altri due altari a lei dedicati: Madonna del Carmine e Madonna nera di Loreto.
Poi vi sono gli altari di S.Rocco la cui statua risale all'epoca della peste del 1630, quando la popolazione della borgata Faiallo e di Frassinetto si affidò al santo per non essere colpita da questa terribile epidemia; delle Sante Lucia protettrice della vista la cui devozione è legata al lavoro di tessitura che richiedeva vista acuta per controllare la lavorazione dei telai e Apollonia. Seguono gli altari di S. Giuseppe, che ha un pregevole dipinto raffigurante la morte del Santo e di S. Giovanni decollato che fu fatto erigere dalla confraternita a Lui intitolata che curò anche l’erezione del campanile quadrato sulla sacrestia intorno al 1750.
In quest’ultima, una piccola urna avente coperchio in marmo reca scolpiti ornati gotici con lo stemma dei Savoia e con i nodi dell’Annunziata. Si presume che sia un dono di Amedeo VII di Savoia (il conte Rosso) all’antica chiesa, quando, per lodo arbitrale di Gian Galeazzo Visconti nel 1389, Pont passò sotto il suo dominio.
Del XII secolo è una statuetta in legno della Madonna con Bambino con abiti in stoffa che, per sicurezza, è conservata in altra sede.

Bibliografia - AA VV., Sui Sentieri della Val Soana – Itinerari alla scoperta della Storia e della Cultura Alpina, a cura della Pro loco di Ronco Canavese, Edizioni CDA, Torino, 1997
- S. Coppo, Santa Maria di Doblazio – Tra storia, arte e devozioni, Parrocchia di Pont Canavese; Pont C. TO, 2003
- M. Rossi, I petroglifi della bassa Valleorco tra Salto e Santa Maria di Doblazio, Antropologia Alpina, Testi di Silvia Coppo / Fotografie di Enrico Formica, Torino, 1989

Indirizzo 
Borgata Santa MAria 18, 10085 Pont Canavese
Gestione 
Parrocchia di Pont Canavese