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Sant'Anna

Caselle Torinese
Neoclassico
Edificazione 
XIX secolo

Cenni storico-artistici

A metà strada tra Caselle e Leinì, al centro di una vasta area agricola, si erge isolato il complesso della borgata S.Anna, legato alla storia per i numerosi soggiorni di Don Bosco.
Anticamente la regione era completamente coperta di boschi che, dalla fine del ‘500, iniziarono ad essere tagliati per la messa a coltura dei terreni.
E' in questo periodo che nasce la Cascina S.Anna, ad opera della Contessa Rasino che forma in questa regione, denominata Ranchiana, una vasta tenuta agricola.
Il nucleo originario della cascina era già composto di due corpi di fabbrica allineati che ancora oggi caratterizzano il prospetto nord del complesso, con al centro una cappella, dedicata a S.Anna, che inizialmente era di piccole dimensioni (corrispondenti forse all'attuale zona dell'altare).
Nella prima metà del '700 la tenuta passò di proprietà al Barone Carlo Giacinto Bianco di Barbania, che continuò ad aumentare i suoi possedimenti, fino a raggiungere l'estensione di ben 680 giornate (circa 259 ettari), alla metà del '800.
Nel 1843 la cappella raggiunse l'attuale splendore con l'ampliamento verso levante di una nuova navata a pianta quadrata, coperta da una cupola semisferica che poggia sugli angoli mediante quattro pennacchi sferici, e con due cappelle laterali coperte con volta a botte. La facciata, di stile neoclassico, è caratterizzata da quattro lesene sormontate da un timpano triangolare, mentre sull'angolo sud-ovest venne eretto un alto campanile che domina la cascina; sul fianco nord venne anche costruita un'ampia abitazione per il cappellano.
L'interno della cappella è interamente affrescato con decori rappresentanti finti elementi architettonici in rilievo, che terminano sulla cupola con un finto loggiato a cielo aperto.
Il Barone fornì la nuova chiesetta di preziosi arredi sacri, come il ciborio sopra l’altare maggiore, il pulpito ed il confessionale barocco dalla caratteristica sagoma arrotondata.
Verso la metà del 1800 il Barone ebbe modo di conoscere a corte Don Giovanni Bosco.
Affascinato dal grande progetto del Santo, divenne ben presto suo amico e grande fautore della sua causa, tanto da averlo spesso suo ospite.
Nel luglio del 1858, su invito del Barone, Don Bosco soggiornò per la prima volta nella villa della Cascina S.Anna, dove celebrò la festa della borgata.
La cronaca del tempo racconta che altre volte egli venne alla tenuta, anzi, volle che i suoi primi collaboratori usassero la stessa frequenza presso il Barone Bianco, primo tra i quali il suo futuro successore, Don Michele Rua, che ebbe a ricevere l'Ordinazione Sacerdotale proprio nella Cappella di S.Anna il 29 luglio 1860.
L'ultima visita di Don Bosco a S.Anna, di cui si abbia testimonianza, risale al luglio del 1878, pochi mesi dopo la morte del Barone Bianco avvenuta a Torino il 27 aprile 1878.
Nel suo testamento il Barone lasciò a Don Bosco tutti i suoi ingenti possedimenti, tra cui la tenuta casellese, che presto vendette per finanziare la sua opera nel mondo, anche se, come si legge nelle Memorie Biografiche di Don Bosco, "molto a malincuore, ricordandomi codesti luoghi, i dolci giorni trascorsi in compagnia di sì generoso uomo e l'affetto e la pietà degli abitanti del luogo".
La chiesetta attualmente si presenta integra, nel suo splendore ottocentesco, grazie soprattutto ai continui interventi di manutenzione degli stessi abitanti della borgata che, in ricordo delle antiche feste, continuano ancora oggi a celebrare S.Anna nel mese di Luglio con una festa campestre ricca di avvenimenti.

Affreschi 
XIX secolo
Altre opere d'arte 
Ciborio, tele della Via Crucis, gruppo scultoreo dell’Annunciazione, pala della Sacra Famiglia, pulpito
Note particolari 

La chiesa attuale è il risultato dell’ampliamento di una antica cappella preesistente

Il monumento in dettaglio 
Indirizzo 
Borgata Sant'Anna
Gestione 
Associazione Sportivo Culturale Sant’Anna