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San Giacomo Apostolo

Balangero
Barocco, neoclassico
Edificazione 
XVIII-XIX secolo

Cenni storico- artistici

Nella seconda metà del 1700, la chiesa parrocchiale situata in posizione dominante sulla collina che sovrasta il paese, aveva bisogno di importanti opere di ristrutturazione ed ampliamento.
Nel 1774, il prevosto Don Finolli, andata a buon fine una prima raccolta di fondi, ritenne giunto il momento di procedere alla ristrutturazione della chiesa parrocchiale.
Per lo studio di fattibilità venne interpellato l’architetto Michele Emanuele Buscaglione a quel tempo impegnato nella costruzione della nuova chiesa parrocchiale di Cafasse. Dallo studio emerse chiaramente che, sia per i costi della ristrutturazione che per la manifestata necessità di ampliamento della chiesa, era più conveniente costruire un nuovo complesso sullo stesso sito.
Don Finolli, confermato l’incarico per la costruzione della nuova chiesa all’architetto Buscaglione, il 26 agosto 1774, alla presenza delle autorità e del popolo, presiedette alla posa della prima pietra.
Trascorso appena un mese dall’inizio dei lavori, venne revocato l’incarico all’architetto Buscaglione per conferirlo all’architetto Mario Ludovico Quarini, allievo del Guarini, uno dei più grandi architetti del barocco piemontese, il quale nel 1771 aveva già presentato un progetto poi accantonato.
Il nuovo progetto si rivelò essere troppo ambizioso ed oneroso per una comunità piccola com’era ai tempi quella di Balangero. Infatti, si rese necessario procedere a rifinanziarlo, sollecitando l’impegno di tutti i Balangeresi, peraltro già in sofferenza per problemi economici determinati da un periodo storico di guerre. Ma la risposta del popolo fu tale che vennero raccolti fondi sufficienti per un secondo appalto, assegnato nel 1789.
Le difficoltà economiche hanno accompagnato tutte le fasi della costruzione, aggravate dalla guerra con la Francia e la successiva occupazione, creando una cronica mancanza di fondi; i lavori più volte sospesi in attesa di essere rifinanziati proseguirono per oltre trentacinque anni e terminarono nel 1811 con la costruzione della grande volta.
La durata dei lavori, le interruzioni, la raccolta fondi, la ripresa con nuove gare di appalto hanno favorito il succedersi di diversi progettisti che, anche se obbligati a seguire il progetto originale, non hanno rinunciato ad esprimersi nello stile del tempo in cui operavano. Questo è avvenuto per la facciata: arricchita da un imponente pronao neoclassico ha conservato inequivocabili spunti barocchi ed è certamente barocco lo stile di tutto il complesso.
L’interno della chiesa si compone di una vasta navata centrale longitudinale fiancheggiata da una moltitudine di spazi secondari, alla quale si aggiunge un presbiterio-coro, coperta da una cupola Guariniana. Il rettangolo della navata a croce latina, cui quattro bracci del loro centro si aprono nei loro quattro fianchi, imposta 2 cappelle laterali e i passaggi di comunicazione con il sagrato e il presbiterio. Le numerose finestre, sentite anche nel loro valore decorativo, danno un senso luminosissimo a tutta la chiesa.
Il presbiterio è arricchito da stucchi di Giovanni Battista Sanbartolomeo, da affreschi di Rocco Comaneddi e dal quadro raffigurante San Giacomo, di pittore anonimo del XVIII secolo.
Nella chiesa sono custodite numerose opere d’arte: la statua lignea di San Giacomo, ultimo quarto del XVIII secolo, forse di Giuseppe Antonio Pallando; la statua d San Giuseppe con il Cristo Bambino in braccio, di Stefano Maria Clemente datata 1793.
Tra le tele “Il Transito di San Giuseppe” di Michele Antonio Milocco del 1739, dello stesso artista la “Madonna del suffragio con i santi Antonio da Padova e Giuseppe”.
Il rilievo della “Morte di San Giuseppe” di Cesare Zocchi, del 1919, ultimo artista che lascia la sua testimonianza in questa chiesa.
Va ricordato, inoltre, che gli affreschi della grande navata sono di Pietro Fea.
Il pulpito è dello scultore Giacomo Costa di Avigliana, come pure il grande pannello con il martirio di San Giacomo presente nella fascia sovrastante il confessionale e i quattro evangelisti con i loro emblemi.
L’edificio monumentale (dimensioni interne: lunghezza m 39 – larghezza m 20,45 – altezza m 19) sorge proprio sulle propaggini della collina del “Truc”. Così, sia per creare un passaggio davanti al sagrato che per la stabilità del sito, nel 1823 venne costruito il grande muraglione con gradinate laterali ancora oggi esistente.
L’uso della chiesa come luogo di culto è stagionale essendo priva di impianto di riscaldamento: infatti le celebrazioni ordinarie si si tengono solo nel periodo estivo.
La chiesa parrocchiale di San Giacomo Apostolo, per la sua posizione sovrastante l’abitato, è divenuta il simbolo del paese; dall’ampio sagrato si gode il panorama di tutto il paese, le vette delle Alpi e tutta la pianura fino alle colline di Torino.

Bibliografia
- Enrico Bo, Fiorenzo Fontana, Luca Mana – “Una delle più particolari chiese del Piemonte” – Balangero, agosto 2009.
- Costantino Rosa Brusin – “Balangero, Mathi, Villanova e Cafasse. Appunti di storia canavesana” – Venaria Reale 1923
- Augusto Cavallari Murat – “Lungo la Stura di Lanzo” – Torino 1973.

Affreschi 
XVIII-XIX secolo
Altre opere d'arte 
Statue di San Giacomo, forse di G.A. Pallando e San Giuseppe di S.M. Clemente, due tele di M.A. Milocco, pulpito ligneo
Il monumento in dettaglio 
Indirizzo 
Via Chiesa 12, colle del Truc
Gestione 
Parrocchia di Balangero