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Beata Vergine Assunta

San Francesco al Campo
Barocco
Edificazione 
1482

Cenni storico-artistici

La cappella dell’Assunta di San Francesco al Campo ha origine nel Medioevo dalla volontà del comune di San Maurizio di edificare, nel 1482, un sacello dedicato alla Madonna delle Grazie per ringraziarla dallo scampato pericolo del flagello della peste che in quegli anni imperversava nel borgo di Front. Nel 1580 la costruzione risultava ormai rovinata: per questo il Comune provvide a restaurarla e ad ampliarla secondo l’attuale forma, costruendovi vicino anche una abitazione, usata per la quarantena degli appestati.
E’ certo che la devozione alla Madonna delle Grazie già fosse diffusa al tempo e portasse un sacerdote a celebrare qui la Messa nei giorni festivi, come registra il testamento del nobile Nicolò Angesia che nel 1582 lasciò una somma di denaro al parroco di San Maurizio per la celebrazione di uffici da requiem in suffragio dei suoi antenati. Successive riparazione furono eseguite nel 1602 e 1608, data quest’ultima che segna il termine dei lavori al campanile.
Nel 1609 un frate cappuccino, eremita dimorante presso la casa della cappella, diffuse il culto alla Madonna Assunta, aiutato dalla concessione dell’indulgenza plenaria ricevuta dalla Curia romana, per chi avesse partecipato alle funzioni il 15 di agosto. I devoti non mancarono, provenienti da tutti i paesi vicini. Da quel tempo in poi questa devozione si ampliò così tanto che numerosi furono gli ex voto per le molte grazie ricevute. Nei testamenti del Seicento molti fedeli lasciano in punto di morte beni in denaro e gioielli per la manutenzione della cappella e per celebrazioni di messe. Anche grazie a questi fondi fu possibile il rifacimento Settecentesco della facciata. Questa cappella per molti anni, dalla metà dell’Ottocento fino al Secondo Dopoguerra del Novecento, fu centro spirituale per i molti militari, provenienti dalle varie parti d’Italia, che dimoravano per il servizio militare presso il Poligono di tiro.

L’elegante facciata appare oggi preceduta da un grazioso pronao barocco, costruito nella prima metà del Settecento, a copertura dell’entrata e per comodo dei viandanti e fedeli. Persino il Bertolotti, storico locale, nel 1876 annotò nelle sue “Passeggiate in Canavese” sotto il Comune della Vauda di San Maurizio, l’artistico peristilio di questo ameno Santuario dedicato alla Madonna. Anche il Clemente Rovere, nei suoi disegni sui monumenti antichi del Piemonte, riprese questa bella costruzione barocca.

All’interno, le opere più antiche sono sicuramente gli affreschi di cui oggi ne rimane traccia sotto la pala dell’altare maggiore, di fine Cinquecento: la Madonna delle Grazie con San Bernardo di Mentone e Santa Maria Maddalena.
La visita pastorale nel 1653 descrive già tutti gli attuali sette altari. I primi ad essere edificati furono quello alla Madonna d’Oropa fondato da Giovanni Battista Bianco, capostipite della famiglia dei Baroni Bianco di Barbania e San Secondo, e quello di San Carlo della famiglia di Giovanni Pastoris di San Maurizio.
Gli altri altari sono quello della Madonna di Loreto raffigurata insieme ai Santi Antonio e Giovanni Evangelista, voluto in occasione del matrimonio tra Giovanni Bigano e Antonia Rubatto nel 1620, quello di San Rocco e Santa Lucia con il quadro di fine Settecento raffigurante i due Santi e la Madonna, e per ultimo quello di Santa Liberata e Santa Maria Maddalena, della seconda metà del Seicento, raffigurate in ginocchio adoranti la SS. Trinità che incorona Maria. Vi è anche l’altare di San Barnaba della famiglia Benedicti il quale ha degli affreschi Seicenteschi raffiguranti il Santo vicino al Crocifisso e San Grato. Esisteva anche un altare dedicato a San Carlo Borromeo, ora sostituito da un quadro dell’Immacolata. L’altare maggiore conserva una tela Seicentesca raffigurante la Madonna Assunta con i Santi Sebastiano, San Maurizio, San Francesco d’Assisi e Sant’Antonio da Padova. Il quadro della Madonna d’Oropa è del 1715 con l’effigie della Vergine d’Oropa e lo stemma nobiliare dei Bianco di Barbania e dei Viarisio di Lesengo. Avendo ereditato tutto il patrimonio della famiglia i salesiani di Don Bosco, fino agli anni Cinquanta del Novecento vennero fatte celebrare messe in ricordo della casata estinta con la morte del Barone Giacinto di Barbania.
Alla fine del Settecento venne costruita l’orchestra sopra la porta d’ingresso.
Nel 1814 il sacello venne decorato dal pittore Guglielmo Allasia di Saluzzo. Nel 1915 la contessa Caterina Paternotto Regaldo fece ridipingere tutto l’interno dal pittore Giovanni Coltella di Salassa, nell’attuale stile che ancora oggi si può ammirare.
Nella sacrestia si conservano una serie di ex voto, il più antico del 1745.
Di pregevole interesse artistico è poi l’antica statua lignea rappresentante l’Assunta, probabile opera di Stefano Maria Clemente di Torino.

Affreschi 
XVII e XVIII secolo
Altre opere d'arte 
Pala d’altare del XVII secolo e tele Settecentesche oltre ad una statua lignea dell’Assunta del principio del Settecento di S.M. Clemente.
Note particolari 

Il sacello è il primo nel Ciriacese dove si sviluppa il culto alla Madonna d’Oropa.

Il monumento in dettaglio 
Indirizzo 
via Torino 192
Gestione 
Parrocchia di San Francesco al Campo